Torchia: Devo purtroppo constatare con rammarico, che il tempo trascorre inesorabile, si tratta ormai di decenni, e puntualmente si ripropone con la stessa tempistica e quasi sempre con le stesse modalità, la questione dell’acqua nel territorio della provincia di Crotone
La lettera aperta del Presidente alle Istituzioni:
Al Sig. Sindaco del Comune di Crotone
Al Sig. Sindaco del Comune di Isola Capo Rizzuto
Al Sig.Commissario del Comune di Cutro
A S. E. Il Prefetto
Alla Senatrice On. Margherita Corrado
All’Onorevole Elisabetta Barbuto
All’Onorevole Sergio Torromino
All’Assessore Regionale alle politiche agricole
All’Assessore regionale alla tutela dell'Ambiente
All’Assessore Regionale al Lavoro ed allo sviluppo Economico
All’On Presidente della VI Commissione Regionale Agricoltura e foreste, Consorzi di bonifica, Turismo, Commercio
All’On. Flora Sculco
All’On. Filippo Pietropaolo
A Coldiretti, Cia e Confagricoltura regionali e provinciali
Preg.mi tutti in indirizzo,
Premessa
siamo nell’imminenza del 1 aprile, data nella quale ufficialmente il Consorzio di Bonifica apre la stagione irrigua.
Devo purtroppo constatare con rammarico, che Il tempo trascorre inesorabile, si tratta ormai di decenni, e puntualmente si ripropone con la stessa tempistica e quasi sempre con le stesse modalità, la questione dell’acqua nel territorio della provincia di Crotone.
Si è di fatto instaurata, volente o nolente, una difficile e incresciosa situazione di concorrenza tra l’uso elettrico dell’acqua e quello agricolo.
Da parte del Consorzio, non vorremmo prendere atto di tale situazione ma, purtroppo, questo accade!
Converrete, che in tutti questi anni non si è riusciti a individuare una soluzione possibile e praticabile; un quasi compromesso per questa vicenda che non costituisce più né una isolata eccezione e nemmeno un’ emergenza estemporanea da gestire al momento. E’ diventata una ricorrenza endemica, inesorabile, che suscita apprensione e incertezze nelle nostre imprese agricole e sconcerto nella pubblica opinione.
Dalle prime ufficiali interlocuzioni, anche quest’anno, sembra che si è costretti a replicare la medesima liturgia, e, mi sia permesso, nell’ambito del copione, le parti affinano sempre più i meccanismi e le dinamiche, al fine di reiterare, le identiche conclusioni.
Pur se a conoscenza di molti, ritengo comunque utile, per l’ennesima volta, riassumere i termini della questione.
La Convenzione del 1969 e gli atti successivi
Le regole relative ai rilasci dei volumi di acqua da effettuare verso il Consorzio di Bonifica e quindi per l’irrigazione di parte del territorio della nostra Provincia, sono disciplinate in una Convenzione del 1969 .
Un arco temporale (52 anni!) che rappresenta un periodo congruo che consente di affermare che vi sia stata un’evoluzione significativa della nostra agricoltura, con nuove colture e che soprattutto siano in atto conclamati e persistenti fenomeni di cambiamenti climatici.
A maggior chiarimento. Nel 1969, per quanto riguarda la produzione di energia elettrica, si era in regime di monopolio. L’evoluzione della normativa, la privatizzazione della stessa Enel, la liberalizzazione del mercato, la vendita di alcune linee produttive ad altre società, la legge Bersani, tutto questo fa si che in Calabria allo stato, non é mai stata indetta una gara pubblica per il rilascio della concessione per la gestione e l’utilizzo della risorsa acqua dei due laghi silani Arvo ed Ampollino. Questo, in base alla documentazione e agli atti sottoscritti, potrà avvenire per la prima volta nel 2029.
Il riferimento è la concessione all’ENEL del 1988 quando si era ancora in regime di monopolio. Dopo vari passaggi di alcune linee produttive (centrali idroelettriche) ad altre società (EON - Endesa), nel 2009 A2A acquista i diritti.
Nel 2010 risulta che A2A ha chiesto il nulla osta alla Regione Calabria per il subentro nella Concessione e quindi di fatto nella gestione delle tre centraline idroelettriche. Ma è solo nel 2013 che con decreto, la Regione Calabria, prende formalmente conoscenza, non solo del passaggio dei diritti della concessione ad A2A, ma anche dei passaggi precedenti.
Non vi è alcun dubbio che il rilascio del nulla osta da parte della Regione Calabria doveva essere il momento idoneo per rivedere alcune situazioni altamente lesive degli interessi del nostro territorio. Nella disattenzione, converrete che questo non è avvenuto!
Le anomalie della Convenzione del 1969
Ritornando alla Convenzione del 1969, ancora vigente, essa prevede che la stagione irrigua inizi il 1° maggio e termini il 30 settembre. E’ abbastanza chiaro, ma è utile ricordare, che la Convenzione de quo, prevedeva i rilasci della risorsa idrica solo per le colture estive stagionali (cd prima coltura); questo risulta da una perizia, evidentemente datata di tale ing. Bevilacqua, risalente a prima del 1968. Si precisa che gli impianti sono cominciati ad essere operativi agli inizi degli anni novanta!!
Il periodo invernale, nella strategia progettuale dell’impianto, serviva a rimpinguare le risorse per poter ripartire nelle prossima annualità. Però, già dai primi anni l’acqua in alcune stagioni risultava essere insufficiente. Lo si evince chiaramente dalle diffide giuridiche di interruzione dei termini di prescrizione inviate periodicamente da A2A che chiede l’indennizzo per ulteriori rilasci vantati dalle società precedenti ai cui diritti la stessa A2A è subentrata.
E’ indubbio che la nostra agricoltura ha vissuto una notevole evoluzione rispetto alle tecniche e alle dinamiche esistenti nel 1969. Una parte cospicua del nostro territorio ha visto, anche per l’esistenza degli impianti di distribuzione irrigua, l’implementarsi di colture autunno-invernali (ortaggi, finocchi ) di notevole importanza dal punto di vista economico. Al riguardo è bene sottolineare come la stessa Regione Calabria ha dimostrato la piena consapevolezza di questo stato di cose in più occasioni argomentando la necessità e l’interesse, oserei dire l’indispensabilità, di garantire la coltivazione di questi pregiati ortaggi favorendo e rendendo possibile il percorso del riconoscimento della I.G.P. del finocchio di Isola C. Rizzuto e dei territori confinanti
Tale evoluzione unita alla naturale usura dell’impianto, ha costretto nelle varie annate a chiedere ulteriori rilasci di acqua per far fronte alle necessità delle nostre imprese agricole. Nonostante i continui, puntuali incontri con le varie governance che si sono succedute e con la burocrazia regionale e gli innumerevoli tavoli di emergenza costituiti in seguito alle agitazioni plateali manifestatesi nei territori, dobbiamo nostro malgrado concludere che non si è riusciti a trovare il bandolo della matassa, pur nella consapevolezza della grande complessità della questione.
La soluzione temporanea che ogni volta ha consentito di superare la fase di emergenza è stato il riconoscimento da parte della Regione Calabria di un indennizzo a favore di A2A per la mancata produzione di energia elettrica in seguito al trasferimento di determinati volumi di acqua dal bacino del Neto al bacino del Tacina.
Tale trasferimento, comporta per A2A, la perdita di due salti secondo quanto previsto dalla concessione per la gestione delle centraline idroelettriche.
Crediamo sia pacifico affermare che tutte le parti in gioco hanno la consapevolezza che la causa di tale problematica non derivi dalla mancanza della risorsa acqua. Si ritorna cosi all’origine della vicenda: la concorrenza tra produzione elettrica e produzione agricola. L’interesse di produrre energia è di A2A, l’interesse di rimanere in Calabria, di poter condurre le proprie imprese agricole, di poter contribuire all’incremento del Pil della Regione Calabria è degli agricoltori del Crotonese
Trovare una soluzione definitiva
Abbiamo sempre creduto che la soluzione definitiva passi per uno sforzo di tutte le parti a trovare elementi in grado di contemperare gli interessi in campo. Non sempre però registriamo atti e fatti che assurgono a tasselli di un possibile mosaico di soluzione. Credo che tutti siamo ben consapevoli della complessità della problematica con tutte gli effetti di carattere giuridico ed economico che ne conseguono ma, è altrettanto vero, che il rinvio reiterato ad affrontare e risolvere tale stato di cose, con l’utilizzo del solo metodo dell’intervento emergenziale, rende impraticabile un percorso di sviluppo e consolidamento dell’economia delle nostre imprese agricole
Nel settembre del 2020 in uno dei consueti tavoli di emergenza volto a consentire, previo indennizzo, il rilascio di ulteriori volumi di acqua, fu chiesto al Consorzio di rinunciare ad una istanza di rilascio della concessione presentata dall’ente per la realizzazione di una centralina idroelettrica, in favore di una similare istanza avanzata da A2A. Questa richiesta, fatta nelle sedi Istituzionali, appariva come la soluzione definitiva per tutta la questione. Fatto questo, finita l’emergenza, silenzio assoluto! Fino alla nuova emergenza manifestatasi agli inizi di marzo, con larichiesta di una irrigazione di soccorso per la ultimazione della coltura autunno invernale del 2020 (finocchi)
Nel nuovo tavolo indetto, in video conferenza, si subordina l’autorizzazione per l’irrigazione di soccorso alla stesura di un cronoprogramma di utilizzo dei volumi di acqua a disposizione per l’anno 2021. E’ bene ricordare che non si tratta dei 33milioni previsti dalla convenzione ma di 30 milioni in quanto tre milioni sono stati detratti inquanto utilizzati come anticipazione nel 2020.
Vengono quindi autorizzati 7 giorni di irrigazione di soccorso con circa 1,2 milioni di acqua. I restanti 28,8 milioni, siamo stati costretti a spalmarli fino al 30 settembre p.v. pur sapendo delle enormi difficoltà di gestione per una distribuzione efficiente sul territorio.
Non c’è alcun dubbio che il programma non poteva che intendersi come provvisorio e assolutamente indicativo, senza alcuna valenza fidefacente. E’ di palmare evidenza che non può contenersi in termini di rigidità un programma da “ venire “ che per sua natura e per la sua dipendenza da fenomeni naturali e accadimenti imprevedibili è da considerarsi, invece, estremamente flessibile e modificabile ad horas in base alle esigenze che mamo a mano si verificheranno.
Nonostante che il Consorzio abbia palesato tutte queste motivazioni la struttura regionale ha, addirittura per la prima volta in questi anni, emanato un decreto dirigenziale il n. 2245 del 5 marzo 2021 con cui ha sancito la perentorietà del cronoprogramma presentato.
E’ di pregio rilevare che la Convenzione in essere, riconoscendo la variabilità insita nel servizio di fornitura idrica, non prevede la presentazione di alcun cronoprogramma di utilizzo, ma si limita a fissare l’intervallo temporale e la volumetria da rilasciare per i soli usi agricoli .
Insufficienza dei volumi per la campagna 2021
In base alle esperienze degli anni precedenti, ai volumi di acqua utilizzati per consentire una efficace irrigazione in tutto il territorio sotteso all’irrigazione, confortati dai pareri tecnici e agronomici dei nostri uffici, siamo convinti che la volumetria disponibile per la campagna 2021 nella misura ridotta di 28,8 milioni di mc (al netto di quella utilizzata nell’irrigazione di soccorso), risulterà insufficiente a garantire la fornitura per l’irrigazione della sola prima coltura.
E’ necessario anche, ricordare che nei volumi di acqua di cui si tratta, sono comprese le forniture di acqua potabile per i comuni di Isola C. Rizzuto e di Cutro, nonché la fornitura di acqua alle realtà turistiche della fascia costiera che non avrebbero altra possibilità di attingimento alle condotte comunali (es. Villaggio Praialonga)
Tradite le aspettative degli agricoltori: occorre chiarezza
Le coltivazioni e gli imprenditori agricoli della zona non sono nelle condizioni di aspettare oltre e di subire condizionamenti di sorta.
L’esperienza maturata in questi decenni ci consente di indicare le possibili vie da intraprendere a meno che non si decida di aspettare fino al 2029 quando nel nuovo bando per la concessione in questione potranno essere messe norme e condizioni a tutela del territorio crotonese.
La governance regionale, intesa nella parte politica e tecnica, può con la sua autorevolezza stabilire una trattativa con A2A, per contemperare gli interessi di tutti, che si imperni anche sulla discussione e realizzazione della nuova centralina di cui si diceva sopra e l’aumento consequenziale dei rilasci.
L’altra soluzione è accettare, compiendo gli atti amministrativi necessari, di indennizzare A2A per l’acqua necessaria alle coltivazioni di parte del territorio crotonese.
O ancora decidere che tutto questo non è possibile e che ci si debba limitare alla sola stagione estiva. Almeno c’è la chiarezza d’intenti e soprattutto l’abbandono della “liturgia” emergenziale che ad oggi è stata improduttiva.
Occorre quindi un urgente intervento da parte della “politica” perché è ovvio che le attuali regole e il vigente modello, come è stato osservato molte volte, non rispondono più ai bisogni della nostra agricoltura. Ci aspettiamo, e per questo offriamo tutta la nostra collaborazione, che ci sia il necessario scatto da parte di una classe dirigente lungimirante ed acuta che tuteli gli interessi del territorio, valorizzi le risorse che si hanno e non intervenga solo nel momento dell’emergenza, ma, con coraggio, prospetti e imponga, soluzioni sostenibili e durevoli.
Bilanci preventivi Consorzi 2021
Mi sia consentito, a latere, ma non tanto, di registrare una situazione che crea problemi notevoli ai Consorzi per l’avvio della campagna irrigua come ad esempio l’assunzione degli operai stagionali indispensabili per le operazioni preliminari e successive. Mi riferisco alla bocciatura da parte della Struttura di Controllo del bilancio preventivo dell’anno 2021. Questo, ad onor del vero, è avvenuto in tutti i Consorzi. E’ una strategia oramai ben chiara che vede un marcato ostracismo da parte della Regione Calabria nei confronti di questi Enti. Il rischio enorme che si sta correndo è diparalizzare l’attività dei Consorzi, nell’esplicazione dei servizi irrigui e non, verso le nostre imprese agricole e la collettività.
Conclusioni
Il Consorzio comunque, continuerà ad offrire disponibilità tecnica per affrontare le complessità della gestione degli impianti irrigui nel comprensorio crotonese. Questo deve essere il tempo delle scelte nella gestione del territorio e della sua economia, deve essere anche il tempo del coraggio della politica, perché l’agricoltura del Made in Calabria necessita di acqua.
Roberto Torchia
Ultimo aggiornamento: 01/01/1970 00:00:00